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Black Friday – quello che non si vede in vetrina

Il balck Friday è arrivato ed oggi vorrei parlare di una visione un po’ più profonda di questa giornata. Storicamente il black Friday cade l’ultimo venerdì di novembre, esattamente il giorno dopo il ringraziamento. È una festa che dà avvio alle compere natalizie. Sono varie le ipotesi per le quali questo giorno ha preso questo nome, ma la più accreditata è quella che vedeva i registri contabili pieni di segni di inchiostro nero: solitamente erano sempre rossi, perché il rosso simboleggiava le perdite; il nero invece era il segno che si erano registrate molte entrate.

Vorrei partire da una domanda. Perché compriamo qualcosa? Le risposte possono essere varie: perché ci serve, perché ci piace, perché vogliamo fare un regalo.

Perché però ci affanniamo a comprare qualcosa nel giorno in cui è scontata facendo file chilometriche, scontrandoci con altre persone, affannandoci e correndo fra un negozio ed un altro? O riadattando la domanda ai tempi della pandemia in cui siamo costretti a restringere i nostri spostamenti, perché incolliamo i nostri occhi al pc per acquistare di tutto online?  Sicuramente perché fa piacere a tutti riuscire a spendere un po’ di meno per prendere qualcosa che ci serve, per fare un regalo a qualcuno, per concederci un piccolo piacere.

Vorrei interrogarmi però ora sul modo in cui ci approcciamo a fare queste compere. Sembra spesso che non ci sia altro da fare se non comprare. Sembra sempre che sia di fondamentale importanza acquistare quante più cose possibili in quello specifico giorno in cui possiamo usufruire di sconti imperdibili. Sembra spesso che l’unico modo per fare dei regali sia sfruttare i saldi del black Friday.

Ed è certamente bello potersi concedere una spesa, un regalo per sé o per gli altri, soprattutto se c’è un’opportunità di sconto…perché non coglierla?

Ma che cosa c’è di davvero imperdibile? Che cos’è che non possiamo permetterci di perdere? È davvero solo uno sconto?

Io non credo. Credo invece che dietro la scelta di comprare ci sia altro, c’è la nostra possibilità di sentirci soddisfatti, corrisposti, pieni che poi materialmente si trasforma in ricerca di oggetti o accessori.

Quando questa soddisfazione, questa corrispondenza e questa pienezza però non la sentiamo nella vita e nei nostri rapporti, la cerchiamo sempre da qualche altra parte. Ed è lì che ci risulta indispensabile acquistare di tutto e di più, senza renderci conto che il giorno dopo saremo già insoddisfatti del nostro acquisto e volgeremo lo sguardo verso un’altra vetrina.

Ciò non significa che sia un gesto negativo compare una nuova lavastoviglie scontata, un maglione in offerta o un televisore al plasma all’ultimissimo modello.

Significa però che non dovrebbero essere i nostri acquisti a definirci e a condizionare il nostro stato d’animo, ma in un certo senso il contrario, ovvero siamo noi che acquistando qualcosa esprimiamo una nostra realtà affettiva.

Scegliere una lavastoviglie nuova non è solo un’azione concreta, è cura nei nostri confronti, nei confronti della nostra casa, nei confronti della nostra crescita ed indipendenza; acquistare un maglione non significa solo arricchire il nostro guardaroba, ma regalarci o regalare calore, una coccola, un atto di cura; scegliere un nuovo televisore non vuol dire solo abbellire il nostro salotto e renderlo moderno per fare bella figura quando invitiamo i nostri amici a casa, significa concederci il piacere di trascorrere una bella serata, da soli o in compagnia, scegliendo ciò che più ci piace e che ci interessa.

Il desiderio, la cura e la possibilità di rapportarsi con gli altri possono nascondersi anche dietro ad un acquisto, se li esprimiamo anche in tutti gli ambiti della nostra vita. Non saremo mai pienamente soddisfatti di qualcosa che compriamo, se non siamo prima soddisfatti noi, nei rapporti che viviamo, nelle scelte che facciamo, nella nostra vita. Ogni azione che compiamo è espressione anche di una nostra realtà interna e riconoscere questo è quello che dà senso e valore ai nostri gesti, anche quelli più piccoli.

Questo succede anche quando compriamo qualcosa.

Cerchiamo dunque in questa giornata, come in tutte le altre, di trovare un valore diverso alle nostre compere, di ricercare in quelli che sono i nostri sfizi, i nostri regali, le nostre necessità, qualcosa di più profondo, per godere non solo dell’utilità, della bellezza o del piacere, ma anche della parte più affettiva e umana di noi, perché è questa che davvero non possiamo permetterci di perdere.

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