fbpx

Dimmi con chi mangi e ti dirò chi sei

Quando pensiamo al cibo, ci rendiamo conto che è presente in quasi ogni momento della nostra giornata.

Non abbiamo neanche messo un piede fuori dal letto che sentiamo il desiderio di fare colazione, accendiamo la tv o sentiamo la radio ed ecco comparire una pubblicità che ci consiglia di assaggiare un nuovo piatto con tutta la famiglia, durante la pausa pranzo dal lavoro scegliamo accuratamente con chi mangiare insieme, all’ora di cena non vediamo l’ora di rilassarci gustando un buon pasto caldo. 

Per tutte queste ragioni la centralità del cibo è ben nota sia agli specialisti della nutrizione sia agli stessi pazienti, i quali avvertono le difficoltà alimentari come fortemente limitanti rispetto alla loro vita di tutti i giorni. 

Ma perché il cibo è così fondamentale per gli esseri umani? 

Come professionisti del settore alimentare, siamo abituati, anche grazie alle conoscenze tecniche apprese durante il percorso di studi, a riconoscere il cibo come forma di nutrimento. Sin dalla nascita, il cibo è il sostentamento alimentare che permette al nostro fisico di crescere e di potersi trasformare in tutte le fasi della vita, di raggiungere in altri termini una condizione fisica idonea e di benessere. 

Eppure, oltre all’apporto calorico e alle qualità materiali garantite dall’alimentazione, se ci soffermiamo a pensare al cibo nella nostra vita, ci vengono in mente i momenti che abbiamo vissuto condividendo il cibo con gli altri: i caotici pranzi domenicali con tutta la famiglia, le pizzate finite a tarda notte con gli amici, quella pietanza tanto gustosa della località di vacanza dove siamo stati bene, il menù del ristorante del primo appuntamento con una persona speciale.

Al cibo colleghiamo momenti belli: quella volta in cui, in occasione di un pranzo o di una cena, ci siamo aperti con un essere umano appena conosciuto, e poi divenuto un nostro amico; quella volta in cui abbiamo scoperto di poter apprezzare diversi sapori e diverse culture, oppure quando ci siamo sentiti liberi di tirare fuori la nostra creatività aggiungendo quell’ingrediente in più che tanto ci piaceva.

Il cibo ci rimanda a ricordi di noi in rapporto con altri esseri umani, ad un mondo di affetti fatto di tutte le sensazioni vissute tramite l’alimentazione.

Quel ricordo è una realtà immateriale che sentiamo però vera e concreta, perché parla intimamente di noi e di ciò che abbiamo vissuto con chi ha vissuto quel pezzo di vita insieme a noi.

In altri termini con il cibo comunichiamo sì il bisogno di acquisire un’alimentazione corretta per il nostro fisico, ma anche il desiderio di poter stare bene con gli altri, di aprirci e condividere quei momenti chiave della giornata.  

Alla luce di queste brevi riflessioni, pensiamo allora che nel rapporto con il paziente sia fondamentale riconoscere che dietro alle sue difficoltà alimentari si cela spesso il desiderio di potersi rapportare veramente con l’altro, in assenza di pesi che lo blocchino. 

Il nostro compito è dunque quello di accompagnare il paziente verso i risultati che speriamo per lui o per lei, riconoscendo le sue possibilità di stare bene quando, tramite il cibo, sente di poter vivere un momento di piena e serena condivisione.

Se teniamo presente questo aspetto, insieme a quello scientifico e tecnico, riusciremo a stabilire un rapporto professionale e umano più solido e migliorare così la qualità del nostro lavoro.

Vieni a scoprire che lavorare meglio è possibile,

Per avere informazioni sul nostro corso, clicca qui.

Comments are closed.