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Perché i tuoi figli ascoltano la trap

La musica ha da sempre scandito l’epoca nella quale si vive. Il Jazz, il Blues, il Rock, il Punk, il Rap e così via, non sono solo generi diversi, ma raccontano una storia in cui chi l’ascolta si rispecchia. Solitamente il messaggio di questi generi musicali rappresenta una rottura con un modello di vita ritenuto anacronistico o sbagliato. Subito salta alla mente Jimi Hendrix a Woodstock che suonava l’inno americano con la chitarra elettrica o il rap di Tupac che parlava di discriminazione razziale e anomia sociale. Ma oggi qual è lo stato dell’arte? Quali sono le tematiche importanti per i ragazzi del 2019?

Oggi il genere emergente che va per la maggiore è la “Trap”. Artisti come SferaEbbasta e Achille Lauro spopolano sui social e ora anche a Sanremo, non solo con le loro canzoni realizzate con il vocoder, un software che permette di intonare la voce stonata facendola diventare robotica, ma anche ostentando uno stile di vita al limite. Sfarzo, lusso, sesso e droga sono i capisaldi tematici.

Ciò che emerge con forza dalle canzoni dei trapper è la confusione e la provocazione o meglio, la provocazione della confusione. Abiti con colori dissonanti, movenze poco coordinate, inviti perpetui all’utilizzo di sostanze, testi incomprensibili e sbiascicati, creano un mondo che non lascia spazio a sentimenti complessi quali rimpianti, amore, amicizia, o prospettive future. Vivere la materialità dell’oggi per annebbiare il passato e cancellare il futuro. L’irriverenza dei testi e dello stile di vita dei trapper, infatti, ci racconta che possiamo vivere in questo mondo solo se anestetizzati.

Certo, la droga è sempre stata un motivo ricorrente nella musica, tuttavia nella Trap diventa una vera e propria costante. Oltre a invogliare gli ascoltatori a utilizzarla, spesso sono dati anche consigli sulle modalità. Nelle dirette instagram è facile trovare trapper che preparano la “Purple Drunk”, una pericolosissima miscela di Sprite e sciroppo per la tosse contenente codeina che può diventare anche fatale (come è successo per il trapper Lil Pip). Anche il sesso, è trattato allo stesso modo della droga: come qualcosa da assumere. Così come ci si vanta di fumare erba e bere enormi bibitoni di Purple Drunk, si parla di sessualità e di ragazze, diventate oggetti da sfoggiare per magnificare il proprio ego.

Potremmo scrivere pagine e pagine sulla degradazione della musica e dei suoi contenuti, ma così facendo ci dimenticheremmo il punto fondamentale: molti ragazzi adorano questo genere e trovano lì delle risposte che non hanno trovato altrove. Oltre a prendersi uno spazio dove i genitori non possono e non vogliono entrare, i ragazzi ci stanno parlando della perdita dei loro affetti e della loro conseguente condizione di confusione, a cui noi adulti siamo chiamati a rispondere. Se non lo facciamo, la droga e la sessualità continueranno ad avere la connotazione consumistica che i trapper gli stanno dando.

Non possiamo fermare il fenomeno trap continuando solo a criticarlo come facevano negli anni 60’ i “criticoni” dei “capelloni che ascoltano il rock”. Quello che possiamo fare e che dobbiamo fare è dare ai ragazzi delle risposte diverse, una base valida di rapporto che permetta a loro stessi di poter discernere la finzione dalla realtà e comprendere come l’amore non sia sessualità perversa, i loro desideri non corrispondano al bisogno di drogarsi e la loro identificazione con i trapper sia solo una fuga dalla ricerca della propria identità. Oggi più che mai è necessario proporre un’alternativa: la provocazione, seppur estrema, chiama comunque ogni genitore al rapporto e non possiamo proporre l’indifferenza o la sterile critica a un’adolescente carico di confusione, dove l’unica certezza è quella di non averne.

In fondo, è lo stesso Achille Lauro a raccontare nella sua ultima canzone, Rolls Royce, di non essere mai riuscito a essere sé stesso, confessandoci di avere un “cuore di carta”.

E allora forse, dietro chi canta questi versi, come dietro chi li ascolta, c’è la speranza che qualcuno possa comprendere e rispondere a queste difficoltà, dove gli affetti profondi si sono trasformati in un inanimato pezzetto di carta.

Dott.ssa Alice Tiranti

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