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Scrivere come essere

Oggi parliamo di scrittura, di quello che significa scrivere portando su carta il proprio pensiero. Di come scrivere corrisponda ad un essere e di come non possa esistere una scrittura salda e vera se non c’è un’identità che lo sia altrettanto.

Tante volte capita di affrontare il fantomatico blocco dello scrittore. Quando, davanti alla pagina bianca, non si sa cosa scrivere, non si sa come cominciare un discorso o come continuarlo. Una pagina bianca è in fondo un po’ come la vita, che è piena di possibilità, è piena di cose da raccontare che devono essere messe nero su bianco. Si possono fare degli scarabocchi, si può correggere, si può addrizzare il tiro e si può continuare per la propria strada. La pagina bianca a volte fa paura, perché ci fa confrontare con noi stessi, ci mette alla prova, ci chiede chi siamo. E solo non avendo più paura di esprimere quello che siamo e solo essendo sicuri di quello che siamo, potremo riempire quella pagina bianca di bellissime parole. Di parole vere, di parole piene.

Ma per scrivere davvero delle parole piene, è necessario trovare la pienezza anche nella nostra vita. Certo, è una continua ricerca, perpetua e costante, probabilmente e meravigliosamente infinita, ma questa possibilità c’è. C’è una certezza che ieri non c’era, e che permette di scrivere, e soprattutto essere, tutto quello che si desidera.

C’è chi scrive da anni, eppure può imparare a scrivere parole piene, cariche di significato, in un momento successivo della propria storia. Ogni giorno siamo diversi ed inevitabilmente anche la nostra scrittura ogni giorno potrà esserlo.

Non è necessariamente semplice avere parole piene, ma è l’unica strada che porta alla crescita e alla realizzazione umana. Porta alla certezza di sé stessi e dei rapporti che si hanno. Porta alla scelta.

Scrivere è un atto creativo, che mette il pensiero su carta, lo rende concreto e materiale. Qui c’è un passo in più. Quando scriviamo rendiamo il pensiero qualcosa di reale e c’è una consapevolezza maggiore rispetto al solo pensare: si rende parola ciò che prima era un’immagine. Si dà la possibilità anche agli altri di creare delle immagini, di esprimere delle sensazioni, partendo dalla propria immagine. Quelle parole scritte su carta possono stimolare il pensiero altrui, far nascere una riflessione, un’idea. Ma qui c’è un passaggio precedente da prendere in considerazione. Il pubblicare e condividere ciò che si è scritto. Perché quando si scrive qualcosa, si ha in un certo modo il desiderio che possa essere letto da qualcuno, ma prima ci deve essere il riconoscimento delle proprie capacità e delle proprie idee. Far leggere i propri scritti a qualcuno è come dire “eccomi, sono io” e non è sempre facile farlo. Ed è per questo motivo che molti scritti rimangono nei cassetti, forse proprio perché non si è pronti, non si riconosce il valore di quello che si vuole dire, perché non si riconosce il valore di quello che si è.

Con questo non vogliamo dire che non si debba più avere paura della pagina bianca, ma sappiamo che essa può essere sconfitta, può essere compresa. Si può comprendere che, se non si riesce a scrivere qualcosa, è perché quel qualcosa non lo abbiamo capito fino in fondo, e ci serve un po’ più di tempo. Oppure forse lo abbiamo capito ma è necessario elaborarlo ancora un po’ prima di poter tirare fuori un proprio pensiero, perché per esporre il proprio pensiero bisogna poterlo riconoscere e poterlo riconoscere valido. Fino a quando crederemo che i nostri pensieri, il nostro sentire, non siano giusti, non riusciremo a raccontarci.

Eppure c’è un’altra cosa fondamentale che dobbiamo tenere a mente, ovvero che non c’è un giusto o uno sbagliato, c’è una propria identità. Fino a quando non capiremo che non c’è un modo giusto o sbagliato di essere e di fare ma c’è un essere e un fare per ognuno di noi, non saremo e non faremo mai davvero qualcosa in maniera piena e realizzante. Ed è così bello sapere che non c’è qualcosa di giusto o di sbagliato a prescindere. È giusto seguire quello che sentiamo, ed è sbagliato non farlo. Realizzante per me è scrivere. E per scrivere bisogna avere qualcosa da dire. Realizzante è riconoscere la bellezza delle cose che si hanno da dire e dirle a tutti, non per vanità, ma perché siamo.

Sara Fiori 

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