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Leader si nasce: La Nostra Storia, il Nostro Pensiero

‘’Leader si nasce. Il pensiero può assumere il sapore forte dell’eresia, se gustato con gli occhi frenetici che vivono quotidianamente il paradosso del mondo online, che sovente riesce, pur senza avere luogo o spazio, a sottrarci all’universo dei rapporti tra esseri umani nel qui e ora, luogo e spazio reali.
Ne siamo consapevoli e lo accettiamo senza polemiche: il nero della scrittura potrebbe ben presto tramutarsi in verde, spennellato di invidia e negazione dai molti re posticci di questo non luogo e di questo non spazio, che con ritmo e a gran voce predicano strategie “all you can eat” di tutti i colori e per tutte le bocche. Per ciascuna, l’algoritmo è rapido a presentarci subito la prescrizione medica insieme alla relativa pillola: “impara a parlare in pubblico, “convinci i tuoi clienti”, “migliora il fatturato”, “renditi finanziariamente libero”, “diventa leader”.
Il trattamento, qualunque sia il SMM (Social Media Medico) a propinarlo, è rapido e indolore. In fondo i trattamenti prescritti non durano che qualche giorno, pensiamo assuefatti, e allora cosa ci costa cliccare sul link e accedere per direttissima al Sacro Graal di contenuti premium e riservati (che poi, casualità, sono aperti a tutti)?. Vogliamo essere liberi e parlare bene ma ci limitiamo a muovere il pollice, ormai neanche più opponibile: il medico è compiaciuto e la cura ha inizio. In fondo, ci illudiamo che la redenzione sia a distanza di “dopodomani”.
Nella realtà, che in controluce si svela per quello che è, assenza di realtà, non c’è cura e non c’è redenzione: nel dopo del dopodomani non siamo diventati liberi, non abbiamo imparato a parlare bene, non siamo ricchi. In compenso siamo grassi e delusi, più di prima: affranti e spaventati, ci accorgiamo che, in verità, abbiamo solo ingurgitato altre pillole.
Ecco allora l’idea, risultato di una storia più grande che poi ha generato, piccoli fiumi, esperienze reali di affetti scambiati. Si può smettere di prendere la pillola social, si può infrangere l’algoritmo: si può accettare una verità differente.
Il capo può essere uomo. L’azienda può essere scambio e realizzazione. Anche noi, astronauti, casalinghi, professori, operai, muratori, anche noi possiamo essere leader, in quanto esseri umani che provengono da un rapporto che ci ha soddisfatto nel dentro prima che nel fuori. E possiamo essere, essere davvero.
Già vi sentiamo richiedere l’insurrezione: come osate propagare false speranze? Redimetevi, mentitori. Ma la speranza è vera, la bugia non c’è. Ci sono invece le nostre storie, le storie di Mimmo, Cristina, Eleonora e Valeria, naufraghi sopravvissuti ad acque interne agitate e burrascose che si sono incontrati sull’istmo delicato che collega e separa il nuovo dal vecchio. Se poteste vedere le foto dei nostri primi passi, incerti, timorosi, contratti, avreste riso di noi. Oppure, chissà, ci avreste trovato uguali a molti altri: viste da fuori, le corazze non si distinguono.
Molte albe sono dovute sorgere, e molte notti le hanno purtroppo seguite, prima che qualcosa cambiasse. Prima che il sole iniziasse a scaldarci. Prima che, sempre meno vestiti, provassimo a toccare l’acqua fredda. Prima che scoprissimo che in realtà, da sempre, era calda.
Il tempo è stato sicuramente lungo: molti martedì, molti venerdì, molti sabati si sono dovuti prendere per mano tra loro, poi seguiti dalle domeniche e dai mercoledì, fratelli grandi che danno voce a un senso altro. Su quella spiaggia l’impossibile è iniziato a diventare possibile. Il prima, fatto di lauree alla Bocconi, di esami di stato in psicologia, di città abitate e poi lasciate per un sogno, di amicizie che sapevano di non posso, è potuto diventare ‘ricordo del prima’. L’oggi, sempre di più, lotta perché ci possa aprire la strada verso nuove realtà di noi. Nel nostro domani, non ci sono Sacri Graal: ma ci saremo noi adulti, noi cresciuti, noi realizzati. Pronti ad accogliere ancora meglio il domani che seguirà.
‘Leader si nasce’ non è la ricerca del sangue blu. Leader si nasce è la ricerca di occhi blu, specchio del nostro primo mare. Il mare che si può ritrovare, su un istmo, insieme.
Benvenuti in uno spazio e in un luogo. Benvenuti tra esseri umani, che vogliono esserlo.
Mimmo, Cristina, Eleonora e Valeria’’

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