Raffaella Mastracchio

Sono Raffaella Mastracchio, psicologa e psicoterapeuta iscritta all’albo degli psicologi del Lazio dal 2015.
Nutro da sempre un grande interesse per le storie: fin da piccola sono stata incuriosita dalle avventure dei personaggi racchiusi nei libri colorati impilati sul comodino, avventure che ho scoperto prima attraverso la voce degli adulti che le leggevano per me e successivamentemtrasformando i segni neri e le parole racchiuse nelle pagine bianche, in forme, colori e immagini.
L’attitudine alla scoperta dell’essere umano mi ha portato a frequentare il liceo classico,
attirata dalla possibilità di studiare il mondo antico e moderno in tante forme e modalità diverse: miti greci, autori inglesi, arte e letteratura rappresentavano un patrimonio umano sconfinato e affascinante; allo stesso tempo, l’interesse per l’interno dell’uomo si è inizialmente concretizzato nella passione per la biologia, tanto da portarmi a pensare che il
mio futuro potesse essere legato alla ricerca, alla genetica, alla comprensione della complessità materiale e fisica dell’uomo.

Concluso il liceo, mentre studiavo per prepararmi ai test d’ingresso dell’università, ho sentito l’urgenza di riflettere in modo più serio sul tipo di risposte che cercavo, per rendere il salto
dall’adolescenza alla vita adulta vero e corrispondente ai miei reali desideri. Nel giro di mezza giornata ho cercato informazioni sul corso di laurea in Psicologia a La Sapienza, ho effettuato l’iscrizione al test d’ingresso e finalizzato la domanda alla prova di ammissione di
settembre. Quella che sembrava una follia, un cambio netto e repentino di direzione dopo anni di certezze granitiche, si è rivelata la scelta che ha completamente cambiato la mia vita: tra i colleghi che ho incontrato, ho conosciuto coloro che mi hanno permesso di entrare in contatto con “Soave Sia il Vento”, una realtà guidata da professionisti che hanno risposto alle mie domande e con i quali ho iniziato il percorso di terapia personale. Grazie al rapporto con loro, lo svolgimento di questa professione si è rivelata un’attività soddisfacente, appagante, possibile. Con il tempo, ho capito che quello che desideravo comprendere non era l’interno fisico e concreto dell’uomo, ma l’interiorità e la profondità umana e che questa ricerca non poteva che partire dal ritrovamento e dalla comprensione della mia storia affettiva.