Avete mai sentito parlare del Blue Monday? Il blue Monday è il giorno più deprimente dell’anno per le nazioni dell’emisfero boreale. Cade generalmente il terzo lunedì del mese di gennaio. È stata scelta questa data secondo delle equazioni, che non hanno base scientifica, i cui fattori possono essere elementi come: condizioni atmosferiche, tempo trascorso dal Natale, salario mensile.
Al di là della discussa valenza scientifica di questo calcolo, è curioso il fatto che si attribuiscano le cause del malumore e della tristezza a fattori come questi. Mi spiego meglio. Tutto ciò che abbiamo menzionato incide certamente sulla vita di ognuno, sullo stato d’animo, sulla quotidianità, ma l’umore e il benessere non possono scaturire esclusivamente da questo.
Guardando le cose da un punto di vista esclusivamente materiale ed esterno, possiamo notare che dalle condizioni atmosferiche, ad esempio, può dipendere un’uscita, una passeggiata, un momento di svago del quale magari potremmo doverci privare a causa di pioggia o maltempo; oppure che il tempo trascorso dal Natale a volte può far incupire perché i giorni di festa si trascorrono con gli affetti più cari ed averli lontani può essere un motivo di dispiacere; o ancora che un salario basso incide sullo stile di vita, sulle scelte, sulle possibilità e può far sentire limitati.
Ma è davvero tutto qui? Il nostro stato d’animo, quello che sentiamo e come stiamo, possono dipendere davvero da questi fattori?
Io credo di no.
Ciò che ci fa stare davvero bene è la realizzazione che proviamo quando facciamo qualcosa che ci piace, quando nonostante le paure passiamo un esame o usciamo per un appuntamento con la persona che ci piace, quando facciamo una passeggiata con un amico, visitiamo un posto, ci dedichiamo a qualcosa che ci appassiona.
Ciò che ci consente di stare bene, lo diciamo sempre e non ci stancheremo mai di dirlo, sono i rapporti umani, in ogni loro forma, anche quelli lontani e, ancor prima gli affetti che viviamo in questi rapporti. Ciò che ci fa stare bene è la nostra realizzazione all’interno di questi rapporti, il sentirci amati, protetti, al sicuro, sentire di poter proteggere l’altro, di godere dei suoi traguardi e delle sue felicità e poter fare lo stesso con le nostre, condividendole.
Il blue monday, per come viene inteso da questi studi britannici, a mio parere, non esiste.
Ormai sembra sia un’abitudine dire che la vita non ci regala mai cose belle, dire “mai una gioia” ed invece spesso siamo noi che ci mettiamo in una situazione di impossibilità forse perché è più semplice credere di non poter fare o essere qualcosa a causa di una problematica esterna, a causa della pioggia, del nostro capo, di una chiamata senza risposta, piuttosto che metterci in gioco, tentare ed affrontare le paure o forse perché in quella possibilità di provare e riuscire non ci crediamo più.
Dietro questa insoddisfazione, tristezza o demotivazione allora, non ci sono solo condizioni esterne o causa di forza maggiore, ma c’è prima di tutto la nostra realtà affettiva che dà forma e senso agli stati d’animo, ai pensieri, alle sensazioni, alle emozioni. L’esistenza, il riconoscimento, l’espressione e la condivisione di questa realtà affettiva è quello che permette di stare bene o meno e se non lo comprendiamo, se almeno non tentiamo di farlo, tutti i giorni saranno i blue Monday della nostra vita.
Come fare però? Come riuscire a comprendere che quello che davvero ci soddisfa non lo troviamo fuori di noi ma dentro? Con coraggio, con impegno, con la voglia di scoprirsi migliori ogni giorno, con la voglia di non credere che esistano dei giorni blu solo perché piove, solo perché sono passati venti giorni da Natale, o perché economicamente in questo momento non ci sentiamo soddisfatti.
Tutto dipende da noi, non tanto ciò che accade, quanto il modo di affrontarlo. Piangersi addosso perché piove o prendere un ombrello e uscire di casa lo stesso è una nostra scelta. Sentire la mancanza degli affetti e rimpiangerli oppure ricordarli o fare una telefonata e sentirli più vicini è una nostra scelta. Lamentarsi per la propria situazione economica oppure sentirsi in grado di mettersi alla ricerca di una posizione migliore è una nostra scelta.
Dipende da noi, sì, non solo da cosa facciamo e scegliamo di fare ma anche da come lo facciamo, da cosa ci muove, dalla nostra capacità di trovare qualcosa dentro di noi che affronti i temporali, le ingiustizie, le difficoltà che incontriamo nella vita. Una realtà affettiva che rimane viva e si oppone alle parti di noi che sono diventate impossibilità, disillusione, rinuncia, che passo dopo passo ci portano ai blue monday.
Solo allora non esisteranno più blue Monday, ma forse giornate faticose, in cui impegnarci per riuscire a realizzarci in tutto ciò che ci fa sentire ed esprimere davvero noi stessi, pieni, soddisfatti, completi ma sempre in cambiamento.