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Buon compleanno, Francé

“Ho voluto iniziare dai saluti perché non so se saprò leggere queste righe prima di scoppiare in lacrime.”

Inizia dalla fine la lettera di Francesco ai tifosi. Oggi parliamo di Francesco, senza la necessità di specificare il cognome. Perché oggi non vogliamo parlare della leggenda, del campione, del mito. Oggi vorremmo provare a parlare dell’uomo.

Francesco inizia dalla fine, e forse questa è la sua prima grande intuizione. Ribalta il punto di vista, regalando per l’ennesima volta un assist meraviglioso a chi vuole capire qualcosa in più, a chi non si ferma all’apparente significato delle parole. Una fine che sa di inizio, una fine che ha dei tratti ben precisi: è caratterizzata dai ringraziamenti, dai ricordi, dai rapporti, dagli affetti.

“In questi giorni con mia moglie ci siamo messi a tavolino e gli ho raccontato un po’ di cose…”

Oggi Francesco compie 41 anni e il 28 maggio 2017 ha deciso di diventare grande, di assecondare il “maledetto tempo” che passa, anche se quegli scarpini non li avrebbe mai voluti attaccare al chiodo. Per compiere questo passaggio, questa separazione sofferta, più di tutto è necessario ricordare. Non possiamo voltare pagina e dimenticare quello che abbiamo letto nella pagina precedente, vorrebbe dire perdere la nostra storia e le nostre conquiste, sentirci smarriti e svuotati. Francesco lo sa e in compagnia di sua moglie si siede a tavolino, ricorda e comincia a realizzare.

Un racconto non certo fatto di gol spettacolari o di trofei alzati, ma di amicizie e di amori, di passioni e di litigi. Ha raccontato di compagni di squadra accolti in casa come parenti, come Bartelt, o di allenatori che lo hanno aiutato a crescere non solo sportivamente, come Carletto Mazzone. Forse ha raccontato anche di quando a volte la rabbia ha prevalso, come nell’episodio di Balotelli o di Poulsen. Seduta a quel tavolino Ilary è stata inondata di affetti e lacrime, di risate e di umanità. Ha conosciuto un Francesco diverso.

“… è lo stesso tempo che il 17 giugno 2001 avremmo voluto passasse in fretta.”

Realizza che quel tempo, gentiluomo e spietato, lui ha avuto la capacità di riempirlo di vita. Lo ha riempito di sfide, momenti di crisi, sconfitte, risate e grandi gioie. Gioie come quella dello scudetto, ricordo indelebile e vivo dentro di lui. Una data importante che ricorda a Francesco la nascita di un nuovo Totti, capace di poter finalmente realizzare il suo desiderio: vincere in casa, con la sua squadra e festeggiare con tutte le persone che ama.

Lo ha riempito di brutti infortuni che lo hanno costretto a confrontarsi con il dolore e la paura di non farcela, momenti in cui ha pensato di mollare tutto; lo ha riempito di persone che insieme a lui si sono rialzate e hanno creduto nelle rivincite possibili, di palcoscenici importanti, mondiali ed europei, di vacanze sulla spiaggia libera di Sabaudia con sua moglie e i suoi tre figli. Di foto con Maradona e Cristiano Ronaldo, ma anche con la casalinga del Circeo che lo segue con il figlio tutte le domeniche da casa. La sua umanità arriva a tutti, di qualsiasi fede calcistica, perché realmente sentita, mostrata senza filtri.

“Io voglio dedicare questa lettera a tutti voi, ai bambini di ieri che sono cresciuti e magari sono diventati padri e a quelli di oggi che gridano “Totti gol”. Mi piace pensare che la mia carriera sia per voi una favola da raccontare.”

Le favole hanno una caratteristica meravigliosa, motivo per cui ci catturano e ci riempiono, che le ascolti un bambino o un adulto: sono fatte di persone semplici, normali, che grazie alle proprie scelte si riscoprono eroi. Molti potrebbero chiedersi cosa ci sia di eroico in una persona che dà calci ad un pallone per gran parte della sua vita.

Perché Totti diventa l’eroe di quei bambini cresciuti che ora sono padri?

Perché quelle lacrime il giorno del suo addio?

Perché Francesco è rimasto il ragazzo di Porta received_10214470181258001Metronia che sorride sornione all’amico Gigi quando la Juve capita nel girone di Champions contro il Barcellona, quasi si stesse per disputare il torneo di quartiere.

Non ha avuto bisogno dei titoli per arrivare alla gente, voce di una città che in lui si è riconosciuta. La sua difficoltà ad esprimere le emozioni profonde che rappresentano il motore della sua vita, dove i piedi parlano per lui, viene meno quando si trova a salutare i suoi amati tifosi, compagni di quel viaggio meraviglioso. Da ragazzo a uomo, dal pallone alla parola, da giocatore a… qualcosa di nuovo.

Forse è proprio questo il salto che Francesco è chiamato a compiere. Forse ci colpisce così tanto perché corrisponde ad un salto che ognuno di noi, in ambiti differenti delle nostre vite, è chiamato a realizzare.

“Adesso ho paura, non è la stessa cosa di quando devi segnare un rigore, stavolta non posso vedere cosa ci sarà dopo. Concedetemi un po’ di paura e stavolta sono io che ho bisogno del vostro aiuto e del vostro calore.”

Francesco si concede di provare paura di fronte ad un nuovo che spaventa, chiede aiuto perché sa che la strada del cambiamento non può essere percorsa da soli. Francesco, senza rendersene conto, ha già la risposta alla domanda su “come” compiere quel salto.

IMG-20170925-WA0005Questo è il primo compleanno dopo la fine della sua carriera da calciatore e il primo dell’inizio della sua carriera da…? In una delle sue interviste ad un mese dall’addio al calcio giocato, il “capitano” è molto chiaro nella sua “confusione”: non sa ancora che ruolo vuole ricoprire all’interno della società. In realtà la sua confusione è legata proprio al motivo per cui, quel pallone, non l’avrebbe voluto lasciar andare: trovare qualcosa che mantenga viva quella passione, che deve necessariamente essere trasformata in altro, grazie ai rapporti che hanno costellato la sua storia.

Dunque la chiave di Francesco è la stessa di Luca, Marco, Irene e tutti coloro che si trovano a dare una svolta, piccola o grande, alla loro vita. A tutti auguriamo di portare nelle nuove realtà tanto il ricordo delle realizzazioni, tanto i momenti in cui ci siamo persi, consapevoli che, trasformati, costituiscono la base delle piccole e grandi rivoluzioni.

“Con il vostro affetto riuscirò a voltare pagina e a cominciare una nuova avventura.”

Tanti auguri France’. Che la fine di questo capitolo abbia per te il sapore di un nuovo “C’era una volta…”.

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