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Arriva l’estate e, con questa, il momento di toglierci di dosso un po’ di vestiti. Arriva il momento dei pantaloncini corti, degli abiti leggeri ma, soprattutto, arriva la fatidica “prova costume” che, non si sa perché, ogni anno ci trova impreparati. Come mai per i nostri pazienti togliersi quei vestiti invernali sembra così difficile?

Come esperti della nutrizione crediamo che “spogliarsi” non sia solo un gesto materiale, ma che abbia un senso anche più profondo. Quando leviamo cappotti, felpe e maglioni, ci liberiamo di quegli strati che ci proteggono sì dal freddo, ma anche dagli sguardi e dalle attenzioni degli altri. Indossare vestiti estivi e bikini significa viceversa mostrarsi e aprirsi agli altri per come si è, sia fisicamente che affettivamente. Per i nostri pazienti, quindi,  spogliarsi diventa un gesto carico di significato che forse fa emergere un desiderio più profondo della sola estetica, ricorda che il loro desiderio è di non avere paura che gli altri li possano vedere per come sono veramente senza scudi né armature.

La difficoltà di mostrare il nostro corpo non riguarda, infatti, solo la percezione che abbiamo del nostro aspetto esteriore, delle nostre forme fisiche, ma ha a che vedere anche con un’immagine di noi legata alle emozioni, ai nostri sentimenti e alla nostra storia personale.

Il corpo non è un oggetto inanimato da mostrare, ma custodisce la nostra identità. Fin da piccolissimi, infatti, ancora prima del comparire della parola, il corpo è stato il primo mezzo con il quale abbiamo comunicato noi stessi al mondo e, tramite esso e il contatto con la pelle, i nostri affetti si sono rapportati con noi.

Gli occhi con cui oggi guardiamo il nostro riflesso allo specchio sono da una parte frutto di come ci sentiamo, dall’altra raccontano anche come gli sguardi degli altri si sono posati su di noi, se ci hanno riconosciuto o meno durante la vita.

Quando un paziente porta la difficoltà di guardarsi allo specchio, è dunque importante ricordare che lo sguardo che noi tutti abbiamo verso il nostro corpo racconta del modo in cui ci siamo sentiti nei nostri rapporti e di come ci siamo sentiti visti, di come gli occhi di chi ci ha amato ci hanno guardato in un momento in cui per noi era fondamentale essere riconosciuti nella nostra crescita, nelle nostre difficoltà, nei nostri cambiamenti.

Custode della nostra identità e del nostro mondo affettivo, il corpo racchiude anche le nostre difficoltà e paure, le nostre lotte e conquiste.  

Se quindi vogliamo aiutare le persone che si rivolgono a noi a cambiare il proprio corpo, o meglio, il modo in cui lo vedono e lo percepiscono, è fondamentale accompagnarli a comprendere e ad accogliere la storia celata dietro le fattezze fisiche, riconoscendo tanto le difficoltà di cui il corpo e gli occhi ci parlano rispetto ai rapporti vissuti, quanto tutte le volte che si sono presi cura del loro corpo e di loro stessi. 

Riconoscendo che il vero desiderio di chi si rivolge ad un esperto della nutrizione è oggi di potersi “scoprire” con gli altri senza paura, saremo in grado di aiutarli a liberarsi dei vestiti delle stagioni passate e di vivere il calore di nuove estati della loro vita realizzando nuovi e promettenti rapporti umani.