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E’ FACILE L’AMORE

Desiderio, passione, emozione, affetto, sentimento, sessualità, incontro, unione, piacere, comprensione, condivisione, crescita. In una parola amore.

A San Valentino non si può non parlare d’amore. Eppure non ha molto senso parlare d’amore solo perché è San Valentino. Certo, ormai lo sappiamo, l’amore va festeggiato ogni giorno, non una volta l’anno, ma non è di questo che stiamo parlando. La verità è che l’amore permea totalmente ed inevitabilmente la nostra vita, che lo vogliamo o no, perché non si limita ad una singola situazione, ad una sola emozione, ad un’unica persona o un momento isolato. Se ci pensiamo bene l’amore è qualcosa che ci caratterizza come esseri umani, differenziandoci dagli oggetti inanimati ma anche da altri esseri viventi ed è profondamente connaturato in quello che siamo. Naturale, spontaneo, semplice, l’amore lo facciamo ogni giorno, lo viviamo ogni giorno, non solo nelle situazioni che più facilmente possiamo immaginare. Lo viviamo ogni volta che siamo in rapporto con un’altra persona, che ci sentiamo capiti, che riusciamo a comprendere, quando ci divertiamo e ridiamo, quando ci appassioniamo e lottiamo, quando parliamo e ci capiamo, quando ci guardiamo e ci riconosciamo. Con il partner, un amico, i familiari, i colleghi ma anche i clienti o gli sconosciuti con cui ci ritroviamo a chiacchierare in treno o in fila alla cassa del supermercato.

È facile l’amore, eppure a volte sembra proprio che non lo sia e che per questo possa essere festeggiato solo una volta l’anno, quando decidiamo di concederci una tregua. Non ci rendiamo conto, però, che quello che rende tutto difficile non è affatto l’amore ma il suo contrario. Quello che ci complica la vita è tutto ciò che all’amore si oppone: la paura, il cinismo, la disillusione, la perdita della speranza, il conflitto, lo sconforto, la diffidenza, la rigida convinzione che dà voce ad un pensiero sotterraneo ma sempre presente: “non cambierà mai nulla”, “andrà male anche questa volta”, “nessuno può capirmi”, “non ce la farò mai”, “non esiste, l’amore, per come lo intendo io, non esiste”.

Ma è San Valentino, come mai volevamo parlare d’amore e siamo finiti a scrivere e leggere di sensazioni, pensieri, situazioni così negative che con l’amore sembrano avere poco a che vedere?

Forse non perché l’amore non esiste o perché alla fine si rovina sempre, di confonde e si deteriora facendo deteriorare anche noi. Credo che invece il motivo sia proprio la ricerca instancabile di quella prima ed estremamente radicata forma d’amore che ci porta incessantemente a ricercare lo stesso amore dentro di noi e ci spinge a ritrovarlo nel mondo fuori, facendoci largo tra tutto quello che ci porta fuori strada, ci confonde, ci indebolisce, ci scoraggia, che fa innegabilmente parte della vita ma poi da quella vita sembra allontanarci perché non ne è la reale essenza.

Calvino al termine de Le citta invisibili diceva “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

Ecco in questa festa degli innamorati che ci trova con un anno alle spalle in cui è sembrato, ed è stato, così complesso incontrarsi, abbracciarsi, amarsi, forse il modo migliore per parlare d’amore è andare al cuore, al nocciolo e dirsi che il modo per ricominciare o continuare ad amare è riconoscere, dentro e fuori di noi, chi e cosa è amore e farlo durare e dargli spazio.

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