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Insegnanti: un anno tra DAD e presenza

Ma chi me l’ha fatto fare?

È un’espressione che noi insegnanti abbiamo spesso sentito pronunciare soprattutto nel corso dell’anno scolastico che, tra una quarantena e l’altra, ci ha visto uscire dalla scuola reale ed entrare in quella digitale, e viceversa, molte, troppe volte.

Andando a ritroso, scorrono alcune immagini dalle nostre scuole: le lezioni improvvisate per le strade di Napoli, le proteste degli studenti di Torino, le fughe avventate dei ragazzi di Roma, le occupazioni nelle scuole milanesi. Richiamo alla mente le parole e le espressioni più frequenti e nuove al vocabolario scolastico: didattica a distanza, didattica integrata, google meet, classroom, ‘accendete la telecamere’, ‘spegnete i microfoni’.

Cerchiamo di venire a capo di questo groviglio di informazioni, di dare un ordine temporale o logico, ma non è semplice e la ragione è, forse, una: abbiamo dovuto far fronte ad una situazione di emergenza didattica, educativa e umana senza precedenti.

Ci sentiamo stanchi, affranti e sopraffatti perché la sensazione è quella di un improvviso terremoto che noi tutti, insegnanti, dirigenti, ragazzi, abbiamo dovuto affrontare per evitare che la scuola crollasse. Quanta fatica!

Eppure, soprattutto a partire da ottobre dello scorso anno, in coincidenza con la seconda ondata, molti colleghi, anche i meno attrezzati e i meno avvezzi all’informatica, si sono reinventati, hanno voluto e dovuto cercare un proprio modo per raggiungere i propri ragazzi, per ‘fare’ scuola.

Il  “nessuno può rimanere indietro” si è tradotto spesso, da frase un po’ teorica, nel quotidiano compito di noi insegnanti di arrivare nelle case degli studenti, di sentire una voce, un viso, un cenno dall’altra parte dello schermo.

Dietro la stanchezza che oggi sentiamo, dunque, c’è sicuramente la complessità di un anno faticoso ma c’è anche la consapevolezza di esserci saputi spendere per la scuola, per i ragazzi, per fare in modo che la didattica, la formazione, la crescita non si fermasse mai, anche nel momento in cui la pandemia ci teneva fermi, chiusi in casa, isolati, terrorizzati.

Questa spinta, sopita negli anni, si è forse risvegliata oggi, in un momento emergenziale. Ed è quella spinta, ossia ciò che permette a noi insegnanti di scegliere ogni giorno il nostro mestiere, che dobbiamo custodire, nutrire e far crescere.

Venite a raccontarci il vostro anno scolastico nel workshop gratuito dedicato agli insegnanti il 16 giugno alle ore 17.00. Per partecipare basta registrarsi qui.

Giuliano Lozzi

 

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